martedì 8 novembre 2016

Step 4: Lo Zaffiro nel Mito

Il color Zaffiro deve la sua presenza nei miti e leggende dell’antichità alla pietra da cui trae il nome.
Nella storia, lo Zaffiro ha simboleggiato la verità, la sincerità e la fedeltà nelle relazioni. Si credeva anche portasse pace, gioia e saggezza a chi l’acquistava o a chi lo indossava. Nel passato, lo Zaffiro era anche un talismano e proteggeva dagli spiriti del male e da altre sgradevoli creature della notte. Gli antichi guardavano allo Zaffiro stellato come ad un talismano che proteggeva i viaggiatori ed i ricercatori. Erano ritenuti così potenti da continuare a proteggere chi lo indossava anche dopo che quest’ultimo l’aveva donato a qualcun altro.
Come tutte le gemme famose, lo Zaffiro Blu compare in racconti religiosi e mitologici dell’antichità. Mentre i Persiani credevano che fossero i riflessi dello Zaffiro a conferire al cielo i suoi colori, questa gemma guadagna diverse citazioni anche nelle Sacre Scritture. In Esodo (24:10), il trono di Dio è lastricato di Zaffiri Blu di purezza celestiale. Lo Zaffiro Blu è anche una delle dodici “pietre di fuoco” (Ezechiele 28:13-16) incastonate nel pettorale del giudizio (Esodo 28:15-30). Come una delle dodici gemme poste nelle fondamenta delle mura della città di Gerusalemme (Rivelazioni 21:19), lo Zaffiro è anche collegato all’Apostolo San Paolo. Secondo la mitologia greca la gemma di nascita del mese di settembre fu portata per la prima volta da Prometeo. Si racconta infatti che nella stessa occasione in cui “prese in prestito” il fuoco, s´impossessò anche di uno Zaffiro Blu.
Già i mistici greci lo associavano all'elemento Aria e al dio Apollo, per questo la indossavano per consultare l’oracolo, in modo da ampliare la percezione ed espandere la propria consapevolezza psichica.
Rappresentazione della dea greca Eos (Aurora)
Sempre gli antichi Greci, erano soliti rappresentare Eos, la dea dell’aurora, “con veste di Zaffiro, in atto d’uscire da un palazzo d’argento indorato, e seduta sopra un carro dello stesso metallo; è coverta di un velo che pende all’indietro, per indicare che l’oscurità comincia a dissiparsi” (tratto dal libro “Corso completo di Mitologia per servire all’intelligenza degli autori classici greci e latini”); la dea era anche soprannominata Croceopeplo, perché il suo velo era color Zaffiro.
Nell'antica Roma era consacrato a Nettuno il dio del mare.
I Persiani, invece, amavano definirlo lazvard, letteralmente “che ha il colore del cielo sereno”: essi ritenevano infatti che la Terra fosse appoggiata su un enorme Zaffiro, il cui riflesso blu dava il colore al cielo, tanto da far chiamare la pietra anche “l’occhio del cielo”. Anche per questi motivi lo Zaffiro è universalmente riconosciuto come pietra che simbolizza la comprensione reciproca, la fedeltà e la lealtà. Una fiaba persiana racconta che i figli del re di Serendip (Sri Lanka) furono mandati in viaggio per sperimentare la realtà del mondo. Per caso e per sagacia i tre giovani principi scoprirono cose meravigliose, senza averle cercate. Tra queste meraviglie vi era una miniera di Zaffiri. L'apologo sta all'origine del concetto inglese di serendipity, ossia la fortuna strepitosa nel trovare inaspettatamente cose di valore mentre si sta volgendo l'attenzione a tutt'altro.
Per il suo colore blu intenso, lo Zaffiro fu collegato al concetto di spazio che pervade oltre ogni corpo astrale l'infinità dell'Universo.
Corona Imperiale di Stato inglese, vista posteriormente,
con lo Zaffiro degli Stuart
Nella mitologia indiana è associato a Saturno, le tenebre, ed è nemico della luce.
In ebraico il nome Zaffiro significa "la cosa più bella" e, secondo tradizioni orientali, ispirerebbe un profondo desiderio di preghiera.
Nel passato, la pietra per il suo colore celeste veniva indicata come simbolo di Cristo ed è sempre presente nelle corone dei più famosi re e imperatori.



Bibliografia:

Sitografia:

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