Il
color Zaffiro deve la sua presenza
nei miti e leggende dell’antichità alla pietra da cui trae il nome.
Nella storia, lo Zaffiro ha simboleggiato la verità, la
sincerità e la fedeltà nelle relazioni. Si credeva anche portasse pace, gioia e
saggezza a chi l’acquistava o a chi lo indossava. Nel passato, lo Zaffiro era
anche un talismano e proteggeva dagli spiriti del male e da altre sgradevoli
creature della notte. Gli antichi guardavano allo Zaffiro stellato come ad un
talismano che proteggeva i viaggiatori ed i ricercatori. Erano ritenuti così
potenti da continuare a proteggere chi lo indossava anche dopo che quest’ultimo
l’aveva donato a qualcun altro.
Come tutte le gemme famose, lo Zaffiro Blu compare in
racconti religiosi e mitologici dell’antichità. Mentre i Persiani credevano che
fossero i riflessi dello Zaffiro a conferire al cielo i suoi colori, questa
gemma guadagna diverse citazioni anche nelle Sacre Scritture. In Esodo (24:10),
il trono di Dio è lastricato di Zaffiri Blu di purezza celestiale. Lo Zaffiro
Blu è anche una delle dodici “pietre di fuoco” (Ezechiele 28:13-16) incastonate
nel pettorale del giudizio (Esodo 28:15-30). Come una delle dodici gemme poste
nelle fondamenta delle mura della città di Gerusalemme (Rivelazioni 21:19), lo
Zaffiro è anche collegato all’Apostolo San Paolo. Secondo la mitologia greca la
gemma di nascita del mese di settembre fu portata per la prima volta da
Prometeo. Si racconta infatti che nella stessa occasione in cui “prese in
prestito” il fuoco, s´impossessò anche di uno Zaffiro Blu.
Già
i mistici greci lo associavano all'elemento Aria e al dio Apollo, per questo la indossavano per consultare l’oracolo, in
modo da ampliare la percezione ed espandere la propria consapevolezza psichica.
Rappresentazione della dea greca Eos (Aurora) |
Sempre gli antichi
Greci, erano soliti rappresentare Eos, la dea dell’aurora, “con veste di Zaffiro, in atto d’uscire da un
palazzo d’argento indorato, e seduta sopra un carro dello stesso metallo; è
coverta di un velo che pende all’indietro, per indicare che l’oscurità comincia
a dissiparsi” (tratto dal libro “Corso completo di Mitologia per servire
all’intelligenza degli autori classici greci e latini”); la dea era anche soprannominata Croceopeplo,
perché il suo velo era color Zaffiro.
Nell'antica Roma
era consacrato a Nettuno il dio del mare.
I Persiani, invece, amavano definirlo lazvard,
letteralmente “che ha il colore del cielo sereno”: essi ritenevano infatti che
la Terra fosse appoggiata su un enorme Zaffiro, il cui riflesso blu dava il
colore al cielo, tanto da far chiamare la pietra anche “l’occhio del cielo”.
Anche per questi motivi lo Zaffiro è universalmente riconosciuto come pietra
che simbolizza la comprensione reciproca, la fedeltà e la lealtà. Una fiaba persiana racconta che i
figli del re di Serendip (Sri Lanka) furono mandati in viaggio per sperimentare
la realtà del mondo. Per caso e per sagacia i tre giovani principi scoprirono
cose meravigliose, senza averle cercate. Tra queste meraviglie vi era una
miniera di Zaffiri. L'apologo sta all'origine del concetto inglese di serendipity, ossia la fortuna strepitosa
nel trovare inaspettatamente cose di valore mentre si sta volgendo l'attenzione
a tutt'altro.
Per il suo
colore blu intenso, lo Zaffiro fu collegato al concetto di spazio che pervade
oltre ogni corpo astrale l'infinità dell'Universo.
Corona Imperiale di Stato inglese, vista posteriormente, con lo Zaffiro degli Stuart |
Nella
mitologia indiana è associato a Saturno, le tenebre, ed è nemico della luce.
In ebraico
il nome Zaffiro significa "la cosa più bella" e, secondo
tradizioni orientali, ispirerebbe un profondo desiderio di preghiera.
Nel passato,
la pietra per il suo colore celeste veniva indicata come simbolo di Cristo ed è
sempre presente nelle corone dei più famosi re e imperatori.
Bibliografia:
-
“Corso completo di Mitologia per servire all’intelligenza degli autori classici greci e latini”, di E. Lefranc, 1831;
Sitografia:
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