mercoledì 23 novembre 2016

Step 14: Lo Zaffiro nella Chimica

Come più volte detto, il color zaffiro prende il nome dall'omonima pietra preziosa; quest’ultima è una varietà di corindone, che chimicamente è ossido di alluminio, sostanza fortemente allocromatica.
Asterismo sulla superficie dello zaffiro
Star of  Bombay (182 carati)
Il termine zaffiro identifica la varietà blu-azzurra del corindone, ma la stessa denominazione viene frequentemente utilizzata, unitamente ad un aggettivo, per identificare qualunque sua colorazione diversa da quella blu (ad esempio la varietà rubino).
Il colore blu-azzurro tipico della gemma deriva da inclusioni di ematite e rutilo. Nel caso in cui le inclusioni si orientassero in modi particolari, si può presentare il fenomeno dell'asterismo.


Un pigmento dalla tonalità simile al color zaffiro molto usato in passato, soprattutto in Europa, dal medioevo fino alla fine del 1600, è l’Azzurrite. Esso è un minerale di rame costituito da carbonato idrato, la cui formula chimica è 2CuCO3.Cu(OH)2. L’azzurrite si trova sempre in natura associata ad un altro carbonato di rame, la malachite, un pigmento verde di formula CuCO3.Cu(OH)2.
Minerale azzurrite
Il pigmento si preparava dal minerale mediante macinazione e lavaggio, tradizionalmente si aggiungeva all’acqua del lavaggio miele o colla di pesce per facilitare la separazione del pigmento dalle impurezze.
L’azzurrite è stata usata per sofisticare il più caro azzurro oltremare. Per riconoscerla da quest’ultimo bastava scaldare il pigmento al calor rosso: l’azzurrite diventava nera perché perdeva anidride carbonica trasformandosi in CuO.
Il suo declino si verificò con l’affermarsi della pittura ad olio, infatti le sue proprietà superficiali in olio scompaiono.


Sitografia:

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