Facendo
una ricerca del color zaffiro all’interno di un documento, sia esso un libro,
una fotografia o persino un ritaglio di giornale, salta all’occhio un libro di
uno scrittore francese nel quale si narra di una tavoletta di zaffiro nel quale
è presente una particolare incisione.
Il
libro in questione è “Il Libro di Zaffiro” (titolo originale: “Le Livre de Saphir”), di Gilbert Sinoué,
prima edizione in lingua originale di Edition Denoel, anno di pubblicazione:
1996.
“Con infinita delicatezza, lo sceicco tolse
la guaina di cuoio. Ne scaturì una tavoletta di zaffiro. Di una
trasparenza irreale, misurava circa un cubito e mezzo di lunghezza e uno di
larghezza. … Questi spalancò gli occhi. In mezzo a un alone bluastro
stavano emergendo le quattro lettere: IO SONO COLUI CHE È” (citazione dall’edizione
italiana Neri Pozza Biblioteca, prima edizione e-book 2016-9, pagina non visibile).
Copertina del libro |
A
seguire un riassunto della trama:
Toledo
1487: un anziano rabbino, uno sceicco di mezza età e un giovane monaco francescano,
affratellati dal giuramento fatto a un comune amico ebreo finito sul rogo,
decidono di intraprendere un avventuroso viaggio alla ricerca di una misteriosa
tavoletta di zaffiro, dove, a detta di chi l’ha avuta tra le mani, sono
impresse le risposte di Dio agli interrogativi fondamentali che da sempre
l’uomo si pone sulla propria esistenza. Nel corso del rocambolesco
pellegrinaggio attraverso la Spagna di Ferdinando e Isabella – una Spagna
illuminata dalla luce livida dei roghi degli autodafé, incrudelita dalla guerra
di Riconquista e minata dal mal sottile del fanatismo religioso e del furore
antisemita – i tre scamperanno per un pelo agli agguati degli eserciti
cristiano e musulmano, si apriranno un varco tra le fitte maglie tese
dell’Inquisizione, troveranno il tempo di fare la conoscenza di uno stravagante
marinaio genovese che parla castigliano e sogna di raggiungere le Indie
navigando hacia ponente, e scopriranno infine, con una certa sorpresa, che il
fine del loro viaggio non è altro che il viaggio stesso.
Sitografia:
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